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Motonave Viminale: Il sogno italiano (2019)
di Andrea "Murdock" Alpini

L’attesa alla partenza

Come è che faceva quella canzone?... "prima di partire per un lungo viaggio..."

È già, finalmente si parte.
Manca un'ora direi. Dopo tanta attesa, incontri, telefonate, mail, scambi di idee e confronti finalmente il nostro viaggio con destinazione Palmi è sul punto di avvio. Il 'temerario' Marco Fossati ha già fatto il viaggio in solitaria ieri, la coppia che ha unito l'Italia settentrionale dal Friuli (Enrico Bortolotti) al Piemonte (Alessandro Geo Ruga) è in viaggio da stamattina. Il gruppo misto lombardo 'milanese/oltre Po' è partito da poco (Roberto Prestini + Ivan Giauna)
La coppia di francesi (Alexandre Legrix + Karlito Tof) a bordo della DiveMobile è in partenza in queste ore da Parigi avendo preventivato 20 lunghe ore di guida alternata! Dita incrociate per il loro passaggio sulla Salerno/Reggio Calabria. Alessandro Bertasi ci raggiungerà direttamente sul luogo con mezzo aereo....che classe!! 
Infine siamo rimasti noi, Andrea Fattore ed io, con il Wreck Van alla sua prima attreversata longitudinale per la punta dello stivale.

La logistica a Palmi
"La prima classe costa mille lire, la seconda cento. La terza dolore e spavento e puzza di sudore dal boccaporto e odore di mare morto".

Il viaggio è stato lungo, si è dormito poco. Eppure ogni volta che sto per chiudere un occhio c'è un pensiero che si aggiunge e mi accompagna. Avevo già il guanciale pronto quando non so ne come ne perché mi è venuta in mente la prima strofa di "Titanic" del menestrello italiano... E così non sono riuscito a trattenere una breve lettura che mi ha accompagnato per qualche decina minuti.

"Su questo mare nero come il petrolio, ad ammirare questa luna metallo. 
E quando suonano le sirene ci sembra quasi che canti il gallo. 
Ci sembra quasi che il ghiaccio che abbiamo nel cuore piano piano si vada a squagliare
In mezzo al fumo di questo vapore di questa vacanza in alto mare"
Chissà come sarà stata quella notte del 1943 quando la Motonave Viminale veniva affondata per mano di un siluro americano dalla PT 219 a un miglio al traverso di Pietre Nere. Probabilmente non vi sarà stata alcuna luna elettrica di marinettiana memoria, vi era solo il mare nero come il cielo privo di stelle. Simile a quello che c'è stasera qui, a Palmi, la notte che precede la nostra prima immersione sul relitto simbolo di un'epoca.

Alla nostra base è già tutto pronto.
Mancano otto ore di sonno, poi si iniziano gli ultimi e adrenalinici preparativi che anticipano la dipartita dalla banchina.

   

A cosa pesare? A tutto. Alla Storia di questa nave che indica un periodo, alle razie che ha subito prima del suo disarmo e dopo che è divenuta relitto, ai subacquei pionieri che l'anno conosciuta intatta quando l'hanno scoperta, ma anche al significato e al fascino che continua ad avere questo transatlantico italiano che ha servito il proprio Paese civilmente e in guerra. Sempre con un tono distinto.

La prima immersione, non si scorda mai

Quando vedi galleggiare la boa rossa in superficie e sotto di essa la cima bianca che scompare nel blu, allora sai che li sotto c'è quel relitto che giustifica i tanti sforzi compiuti. Non è soltanto una boa. È il segno che quel tratto di mare è diverso da quello che gli sta attorno. Pochi metri oltre è mare, li sotto è Storia.
Il primo team composto da: Andrea Fattore, Enrico Bortolotti, Ivan Giauna eRoberto Prestini, in accordo alla pianificazione tra le due barche è già sceso quando noi approcciamo il punto di ormeggio. Abbiamo deciso di lasciare tre le due squadre un intervallo di circa trenta minuti, pari quasi al tempo di fondo. Questo permetterà di avere la linea di risalita il più libera possibile, soprattutto durante le tappe decompressive più lunghe più prossime alla superficie.
È il mio turno. Capovolta, stage, macchina video e sono pronto sul pedagno. 

   

Aspetto in galleggiamento qualche minuto i miei due compagni di immersione: Alessandro Bertasi e Marco Fossati. A cinquanta metri incontro il primo team che risale e vedo nei loro occhi la aggiusta soddisfazione. Scorre anche fugace una battuta di palmi. A ottanta metri la valvola di carico della mia stagna si blocca e non immette più aria all'interno. Ancora un paio di "puff" e poi è definitivamente KO. Pochi secondi dopo arrivo sul ponte di coperta, stacco la frusta dalla valvola e provo a usare una di quelle disponibili che ho installato sulle stage di fondo. Nulla. 
Non mi resta che chiudere immediatamente la valvola di scarico sul braccio sinistro. Sono poco oltre i novanta metri. L'aria che ho all'interno non è moltissima. Un turbinio di pensieri mi passa per la testa, da come comportarsi sul fondo, alla risalita, alle precauzioni o le scelte da fare. Allungheró la decompressione. 
Decido, dato il contesto, di non eccedere di molto la quota e di continuare la mia immersione. I miei due compagni sono stati avvisati. Alcuni passaggi che avevamo pianificato automaticamente sono scartati da lì a venire. Oggi si fa quel che si può. Guadagno la quota massima del nostro giro. Novantanovemetri. La muta stagna si sente maggiormente addosso adesso. La valvola di scarico chiusa mi permette però di sfruttare tutta la minima espansione del coibente aereo non appena mi alzo di quota. Procediamo inizialmente con murata del cassero a sinistra. Lo sguardo d'insieme dal basso verso l'alto è davvero suggestivo: la nave con le sue finestrature rettangolari, i cala scialuppa, i resti di reti che si annidano lungo il ferro, la Promenade elegante e sontuosa. 
Staccandosi un po' dal corpo del relitto si vede lo scafo in tutto il suo splendore. Entriamo nella Promenade e contemporaneamente l'interno del relitto in quel punto è completamente collassato. Il ponte superiore e i divisori degli spazi interni sono crollati. Sarebbe possibile procedere solo in direzione della prua, esco.

   
   

Arrivato all'altezza del ponte di comando guardo verso l'albero prodiero che si intravede nella densità dell'acqua. Le maniche a vento in parte sono crollate sotto il proprio peso e giacciono coricate. La copertura dell'ultimo ponte è variegata e colma di dettagli e componenti maestosi che varrebbero un'unica immersione in questa zona. A centro nave troviamo l'ingresso dello svaso della presa d'aria che una dozzina di metri più sotto conduce alla sala macchine. Il riferimento è preso per il giorno seguente.

Tornando verso la linea di risalita e la strobo, il piano di copertura è collassato parzialmente a V in direzione poppa. Una moltitudine di pesce si sposta in banco creando frequenze argentee inaspettate. 
Mentre inizio la risalita il castello, dall'alto, prende le sembianze di una cattedrale gotica.

SPONSOR e LOGISTICA

La spedizione sulla Motonave Viminale è stata possibile grazie al supporto a Palmi del Comandante Rocco D’Agostino e alla base logistica dei cantieri nautici Costa Viola. Si ringraziano le aziende che hanno sostenuto con i proprio materiali le immersioni sul transatlantico italiano: Giò Sub – illuminatori subacquei, PHY - cappucci, Scubatec – erogatori e componenti per la respirazione, DeOX – analizzatori gas multi miscela, LTS – mute stagne e accessori, Copyright immagini Andrea Murdock Alpini e PhotoSub (Alexandre Legrix).

   

 

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esplorazioni

Andrea Murdock Alpini ci racconta le giornate trascorse in Russia, per la nuova esplorazione Gio'Sub Orda cave, Exploro Russia - Febbraio 2019

Giorno 5 - 4 Febbraio 2019

L'ultima immersione è quella che lascia il gusto del viaggio. A volte scegliere diventa difficile e si rischia di farsi sopraffare dalla bulimia subacquea.

Oggi per noi è stata la quinta immersione a Orda Cave. Il mattino abbiamo girato per il ramo occidentale del sifone mentre il pomeriggio, dopo aver ripulito i circuiti lasciati nei giorni scorsi, ci siamo dedicati a visitare la parte orientale della grotta. In questo caso dall'ingresso abbiamo percorso tutta la parte della prima camera che attraverso una pietraia conduce a un primo grande lago. Da qui è necessario creare un jump verso la linea che ci avrebbe condotto all'interno del ramo est.

Questa parte di esplorazione parte da circa 200m dall'ingresso e si estende per oltre 400m, per una lunghezza totale di circa 600m, alla profondità costante di 15m.

La Prospettiva Nevskij è il più grande e suggestivo rettifilo che si trova San Pietroburgo. La strada è conosciuta per l'eleganza degli edifici che vi si affacciano, oltre che per la qualità degli incontri letterari che sono stati descritti dai noti autori russi del passato. Il ramo che ci stiamo accingendo ad osservare può essere paragonato per bellezza, lunghezza e particolarità alla via pietroburghese.

L'apertura del tunnel è ampia, si tratta di un portale a tutti gli effetti per maestosità e definizione delle proporzioni della roccia. Il fondale è completamente limaccioso, lunare, composto di doline che celano tacito buchi neri entro cui la luce si perde. Dall'alto scendono grandi blocchi di gesso squadrati. Intagliati e incastonati compongono rilievi geometrici che si contrappongono per forza e linearità al moto ondulatorio del piano inferiore.

Talvolta le bolle causano il distacco di particelle che come scaglie che ondeggiano fluttuanti verso il basso. In alcuni passaggi poco battuti il distacco è tale che l'acqua cristallina sembra essere stata mitigata con il latte.

Le pareti perimetrali di questo ramo sono nette, geometriche. Il passaggio è molto ampio, almeno una decina di metri, mentre l'altezza interna varia a seconda delle sezioni ma restando costante sulla media di circa quattro metri. Saltuariamente si incontrano dei massi distaccatosi dal soffitto che si sono coricati a terra creando delle quinte sceniche molto suggestive.

45 minuti dopo aver intrapreso il ramo arriviamo al termine dello stesso. In cima alla linea si trova sulla destra un rocchetto di dimensioni ragguardevoli che è stato lasciato da coloro che per primi hanno esplorato la grotta. Questo sguardo sul passato è significativo ed emotivo allo stesso tempo. La distanza del tempo, seppur in un istante, ti fa apprezzare il significato della nostra momentanea quotidianità e del senso della nostra visita a Orda Cave.

Marker, spool, jump, e riprendiamo una nuova linea che ci permette di risalire fino a quota zero, all'interno di una bolla d'aria (respirabile) che sovrasta un piccolo specchio d'acqua. Aspettiamo l'altra metà del nostro team, prendiamo il tempo di visualizzare il percorso fatto e quel che manca da fare e poi di nuovo pollice verso: giù.

Si disfa un jump, si torna alla linea principale del ramo e si fa un nuovo jump che porta dritto alla parete di fondo di uno spazio semi sferico.

La roccia sembra tutta compatta a prima vista, eppure vedo scomparire un paio di pinne al di là della parete. Una fessura diagonale inclinata a trenta gradi con asse longitudinale nord/est - sud/ovest. Meravigliosa.

Si passa da uno spazio relativamente ampio a un passaggio un po' più tecnico e molto suggestivo. Le spalle di un subacqueo passano mentre i bracci aperti con i fari video no, ma girati anche loro nel senso della spaccatura e tutto torna a funzionare.

Il passaggio è lungo non più di una decina metri. Quando arrivi alla fine, sotto a sinistra, gli occhi colgono una gola aperta pronta ad accoglierci in uno spazio incantato. L'acqua è così trasparente che sembra essere irreale il tutto. L'altezza non supera il metro e venti, la larghezza i quattro metri. Eppure è tutto così bianco e candido.

Due ambienti uncinati e concatenati tra di loro formano dei piccoli spazi che sembrano essere cappelle radiali di un abside gotico. Resto sempre più convinto che sacralità e monumentalità siano due elementi che contraddistinguono e determinano il carattere di questa grotta: "Quando le cattedrali erano bianche".

Ultimo giro di walzer, sguardi incrociati all'unisono. È l'ora di tornare e ripercorrere i 600m che ci separano dall'ingresso.

Ho trascorso tutto il rientro ripensando a quel che ho visto in questi giorni, al freddo che mi aspetterà una volta uscito dall'acqua, alla muta e ai moschettoni ghiacciati. Poi ci saranno le interminabili scalinate che si devono percorrere con le sacche speleo in spalla per rientrate alla casa base. Quest'ultime ti spezzano il fiato quando hai cappuccio bagnato e il vento ti soffia in faccia la neve a oltre meno venti gradi.

Mi fermo un paio di volte perché sono troppo stanco, devo recuperare il ritmo respiratorio e abbassare la frequenza cardiaca altrimenti lo sforzo è molto e i risultati pochi. Sono passati meno di dieci minuti da quando ho lasciato la superficie del pozzo eppure qui fuori la muta è praticamente gelata. Il neoprene si sta indurendo sempre di più e limita i movimenti. Meglio riprendere il passo dopo pochi istanti altrimenti la situazione non può che peggiorare.

È l'ultima volta che posso guardare il fiume gelato e la steppa al di là dell'argine poi da domani si torna alla realtà. Anche il vento fa il suo giro in un carosello che porta con sé il rumore della canne sbattute e il rumore di una slitta trascinata da un pescatore solitario.

Un passo, e poi un altro passo, poi un altro ancora...

Il viaggio a Orda è stato organizzato da The Herd Fun Dive e in particolare da Stefano Beatrizotti per la gestione della logistica. In Russia abbiamo illuminato le nostre immersioni grazie a Giuseppe Sala (Gio’Sub Illuminatori Subacquei) e ci siamo riparati dal freddo con i cappucci e muta messi a disposizione da Mirko Micheli (LTS, Laboratorio Tecnico Subacqueo).

 

 

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Andrea "Murdock Alpini:

classe 1985 si immerge dal 1997 in circuito aperto, in acque marine e lacustri prediligendo i relitti, storici o moderni. Subacqueo e istruttore tecnico TDI, SDI, CMAS, PTA.

Collabora con le testate Scubaportal, Relitti in LiguriaNauticaReport, Sub Underwater Magazine, Scuba Zone e Ocean4Future.
Tiene conferenze e seminari inerenti immersioni su relitti e subacquea tecnica.
Organizza immersioni in luoghi insoliti e spedizioni subacquee su relitti. Documenta le proprie immersioni con video, immagini e report.
È membro inoltre dell’Historical Diving Society Italy.

Andrea "Murdock" Alpini si è immerso:

RELITTI LACUSTRI
Focke Wulf 58 C,  Canjux (Lago di Bourget – Francia), -110m
Piroscafo Hirondelle, Vevey (Lago Lemano – Svizzera), -58m
Camuna, Tavernola (Lago d’Iseo), -50m
Piroscafo Plinio, Verceia (Lago di Mezzola), -45m
Piroscafo France, Annecy (Lago di Annecy – Francia), -42m
Piroscafo Jura, Bottinghofen (Lago di Costanza – Svizzera), -39m
Gondola “XXX”, Riva San Lorenzo (Lago di Como) -22m

RELITTI MARINI

U-Boot 455, Sori (Mar Ligure) -119m
HMHS Britannic, Kea (Mar Egeo – Grecia) -118m
SS Nina, Genova (Mar Ligure) -115m
UJ 2208 prua, Genova (Mar Ligure) -108m
SS Marsala, Giannutri (Mar Tirreno) -105m
UJ 2208 poppa, Genova (Mar Ligure) -103m
Tirpitz,  Sanremo (Mar Ligure) -87m
SS La Foce, Lavagna (Mar Ligure) -82m
Atlantide (o Regis), Imperia (Mar Ligure) -80m
Relitto della paraffina, Genova (Mar Ligure) -78m
Haven sala macchine, Arenzano (Mar Ligure) -76m
Piroscafo Calabria, Genova (Mar Ligure) -72m
Burdigala, Kea (Mar Egeo – Grecia) -72m
Genova, Portofino (Mar Ligure) -60m
MAS, Cogoleto (Mar Ligure) -60m
Nasimi II, Giannutri (Mari Tirreno) -60m
Saint Nazaire, Moneglia (Mar Ligure) -56m
Haven, Arenzano (Mar Ligure) -54m
UJ 2216, Sestri Levante (Mar Ligure ) -54m
Bolzaneto, Bonassola (Mar Ligure) -54m
VAS, Genova (Mari Ligure) -53m
Owed Tyflet, Loano (Mari Ligure) -51m
Patris, Kea (Mar Egeo – Grecia) -50m
Bettolina armata, Cervo (Mar Ligure) -47m
BR20 Cicogna, Santo Stefano al Mare (Mar Ligure) -47m

Al fianco di Gio’Sub ha realizzato la spedizione Orda Cave Exploro 2019
Nel mese di aprile 2019 è sceso sulla Motonave Viminale a -107m di profondità per eslporarne il relitto
Nella primavera ed estate 2019 si è immerso nel mare del nord per il tour Irish Wreck Tour MALIN HEAD (Donegal County) e, successivamente , in Scozia per l'anniversario del'affondamento della flotta tedesca a Scapa Flow - Centenary Pilgrimage (2019 - 2019).
Andrea "Murdock" Alpini apre l'anno 2020 con la spedizione speleosub che lo ha portato nelle grotte ipogee di ISVERNA CAVE, Carpazi, Romania 2020

I filmati realizzati da Andrea "Murdock" Alpini nelle sue spedizioni sono disponibili sul sito www.wreckdiving.it

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Andrea Murdock Alpini ci racconta le giornate trascorse in Russia, per la nuova esplorazione Gio'Sub Orda cave, Exploro Russia - Febbraio 2019

Giorno 4 - 3 Febbraio 2019

Accettate.... Potrebbe sembrare l'incipit di un sermone religioso, e invece no!

A Orda Cave "accettate" è quello che letteralmente fa il nostro portatore di bombole quando usciamo dall'acqua per spaccare il ghiaccio dalla scala e facilitarci l'uscita. Questa è la subacquea in Russia.

Post Scritto: La sferretta rotta ieri è stata riparata in loco con trapano e rifatta la filettatura passo M8. Tornato tutto operativo.

Post Post Scritto: Stamattina altri 90minuti nel ramo sinistro nord della grotta. La parte occidentale è un tunnel di un centinaio di metri con fondo limaccioso, mentre il soffitto con le bolle sporca ancora tanto poiché è un punto poco battuto. Abbiamo poi proseguito tornando in senso nord sud un altro tunnel dello stesso ramo. Qui una serie di portali telescopici ci hanno permesso di fare della belle immagini.

Tra poche ore si torna in acqua per visitare il ramo di destra che punta a nord e termina con un piccolo laghetto.

 

 

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News & Eventi

Andrea Bada a quota -170 metri
Gio'Sub e Andrea Bada alla scoperta di un relitto mistrerioso

 

 

Andrea Bada e il relitto misterioso a quota -170 metri
"Scoperto sui fondali di Acciaroli un relitto americano dell'operazione Avalanche"

«Il tratto di mare tra Acciaroli e Palinuro era stato attraversato dalle navi della V Armata statunitense comandata dal generale Mark Clark. Erano 642 mezzi navali. Due anni di ricerche in quel tratto di mare e di documentazione delle possibili tipologie di relitti e poi abbiamo avuto la conferma da parte dei sonar e di sofisticate strumentazioni che quel relitto lì sotto c'era davvero in tutta la sua grandezza». Lo dice uno dei fantastici 5 del Team Giò Sub, Guglielmo Mazziotti, di Pollica. Un altro anno per preparare la difficile discesa sott'acqua a 170 metri, e poi giovedì, Andrea Bada, capo spedizione, con alle spalle una decina di ritrovamenti, soprattutto al largo della Liguria, e Ivano Predari, hanno potuto mettere gli occhi sullo skyline della nave e nello squarcio sul cassero che ne aveva causato l'affondamento. «Sei minuti per la discesa lenta a 170 metri, una profondità quasi proibitiva. Poi circa 10 minuti sul fondo, dal lato della poppa, per fotografare, filmare parte del relitto». Andrea Bada, grazie al filo d'Arianna in acqua di Ivano Predari, e il supporto in barca di Luca Parodi e Pietro Cacciabue, racconta l'ennesima scoperta. «È presumibilmente un cargo adibito a trasporto e uso militare. Va detto che sui registri navali non esiste segnalazione di questo affondamento: un mistero in più da svelare. Nell'oscurità totale, illuminato da 4 luci di 20mila lumen di potenza ciascuna, abbiamo potuto appurare che lo scafo misurava oltre 130 metri per 18 di larghezza».

                

 

Sabato 3 marzo 2018 sala Madrigale dalle ore 14,00 alle ore 16,00 conferenza

Eventi EUDI Show 2018 - Gio'Sub 

In occasione della 26ma edizione della Fiera Europea della Subacquea di Bologna, Gio'Sub è lieta di invitare tutti i propri clienti, assieme a tutti gli amici ed appassionati di subacquea e storie di mare, a passare presso il nostro stand per un saluto.
Nel week end del 3 e 4 marzo saranno organizzati i seguenti eventi:

Sabato 3 marzo 2018 palco Ferraro dalle ore 12,00 alle ore 12,30 “Gio'Sub presenta: Andrea Bada, il fascino della scoperta" Formato  da un grande maestro, ne sposa la passione per la ricerca e la scoperta. Crescendo fra le braccia dei pescatori, al comando del suo Team si spinge nelle profondità  per riportare alla luce navi e relitti di aerei scomparsi.

Sabato 3 marzo 2018 sala Madrigale dalle ore 14,00 alle ore 16,00 conferenza: "Team Exploro GiòSub presenta: il cercatore ed esploratore di relitti Andrea Bada" con Andrea Bada – Lorenzo Delveneziano - GiòSub.

Domenica 4 marzo 2018 Palco Ferraro dalle ore 11,00 alle ore 11,30 “Lorenzo Delveneziano e Andrea Bada: storie di subacquea”. Quattro chiacchiere con i due esploratori subacquei che hanno reso visibili, con le loro immagini, luoghi sino ad ora nascosti.
Con Lorenzo Delveneziano – Andrea Bada – GiòSub

Oltre all'occasione di poter conoscere i prodotti Gio'Sub ed i nostri testimonial, l'EUDI SHOW 2018, porterà anche qualche novità per le nostre esplorazioni future! Non mancate!

GiòSub sarà presente nel padiglione 36 stand D68.